Vi ricordate di Toni Elias, il talento spagnolo che ha fregato Valentino Rossi nel 2006? Scopriamo che fine ha fatto.
Ci sono alcuni atleti rimasti nell’immaginario collettivo per momenti indimenticabili. Non importa cosa abbiano fatto prima e dopo, ma quell’esatto momento li renderà riconoscibili per sempre agli occhi di appassionati e addetti ai lavori.
Probabilmente è così anche per Toni Elias, pilota spagnolo di grande talento che ancora oggi viene ricordato per il Gran Premio di Portogallo di MotoGP del 2006, quando sulla pista dell’Estoril battè Valentino Rossi in volata per una vittoria che costò al Dottore un titolo mondiale combattuto fino all’ultima gara di quell’amara stagione per il motorsport italiano.
Ma tornando a Elias, che fine ha fatto il pilota spagnolo in questione? Nelle prossime righe cercheremo di scoprire cosa fa oggi un atleta che ha avuto una carriera davvero di altissimo livello (oltre a quanto mostrato nel motomondiale).
Che fine ha fatto Toni Elias dopo la battaglia con Valentino Rossi nel 2006
La prima cosa da dire di Toni Elias è che, per quanto riguarda la sua carriera, non è stato solo quello che ha rovinato la festa a Valentino Rossi nel 2006. Il pilota spagnolo, infatti, ha rappresentato la prima grande promessa del motociclismo spagnolo del 21° secolo. Pur non vincendo neanche un titolo fra 125 e 250, in MotoGP ha dimostrato in più di un’occasione grandi picchi di velocità, con il culmine della sua carriera nel motomondiale raggiunto proprio (per sfortuna di Valentino Rossi) al Gran Premio di Portogallo del 2006.
Elias è riuscito a battere il Dottore per soli due millesimi, che è anche la vittoria con meno distacco della storia della MotoGP: la singolare coincidenza è che Rossi è passato a soli due millesimi dal titolo mondiale (fra il primo e il secondo sono in ballo cinque punti, gli stessi che hanno diviso l’italiano dal campione mondiale Nicky Hayden a fine stagione). Purtroppo, dopo questa incredibile impresa, Toni Elias ha lasciato la MotoGP a 30 anni per passare alla Superbike e infine alla MotoAmerica, competizione molto meno conosciuta ma in cui lo spagnolo è riuscito a imporsi alla grande.
L’iberico ha conquistato risultati strepitosi alla guida di una Suzuki, vincendo 30 gare in cinque stagioni e il titolo di campione nel 2016. In seguito, dopo due secondi posti e qualche breve apparizione alla guida di Ducati e Yamaha, ha appeso il casco al chiodo. Anche se si è ritirato, comunque, ha fatto ritorno nel motomondiale. Precisamente come coach in Moto2 e MotoE, segno della sua grandissima passione per una disciplina che – pur non avendolo mai incoronato campione del mondo – gli ha comunque donato un sacco di soddisfazioni nel corso degli anni.