Stop agli Autovelox, c'è poco da fare (Facebook) - www.MotorSportBlog.it
Addio a tutti gli Autovelox in questa zona italiana, gli automobilisti possono tirare un sospiro di sollievo.
L’11 febbraio 2025 segna una data storica per gli automobilisti italiani e per la gestione della sicurezza stradale nel nostro paese. A Torino, un autovelox installato su Corso Unità d’Italia è stato spento, in seguito a un’ordinanza della procura di Cosenza, che ha sollevato un dibattito acceso e controverso sull’applicazione delle normative relative alla rilevazione delle infrazioni stradali. Questo evento non è isolato; rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di spegnimenti che stanno interessando gli autovelox presenti su tutto il territorio nazionale.
La controversia riguarda principalmente l’omologazione degli autovelox, un processo fondamentale che determina se un dispositivo di misurazione della velocità sia conforme agli standard di legge. La procura ha sostenuto che molti autovelox, tra cui quello di Torino, sono stati semplicemente approvati, ma non omologati. Questa distinzione, sebbene possa sembrare sottile, ha conseguenze legali enormi. Infatti, secondo la normativa vigente, l’omologazione è un requisito essenziale affinché un autovelox possa essere utilizzato per emettere sanzioni valide. Di conseguenza, le multe emesse da dispositivi che non hanno superato questo passaggio potrebbero risultare nulle.
Il caso di Torino ha sollevato molteplici interrogativi sul sistema di gestione della sicurezza stradale in Italia. Gli autovelox sono stati a lungo utilizzati come strumenti di dissuasione per il rispetto dei limiti di velocità e per la salvaguardia della vita dei conducenti e dei pedoni. Tuttavia, l’implementazione di questi dispositivi è stata spesso accompagnata da polemiche, soprattutto riguardo alla loro efficacia e alla trasparenza con cui vengono gestiti.
Nel corso degli anni, diversi comuni italiani hanno installato autovelox in punti strategici, spesso giustificando la scelta con l’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali. Tuttavia, molti cittadini si sono chiesti se la vera motivazione fosse la generazione di entrate per le casse comunali attraverso le multe. La procura di Cosenza ha, in tal senso, aperto un vaso di Pandora, dimostrando che l’installazione di alcuni di questi dispositivi non fosse conforme alle normative.
A Torino, il rilevatore di Corso Unità d’Italia aveva già emesso oltre 14.000 multe nei primi nove mesi del 2024. Questi numeri, sebbene impressionanti, ora pongono un problema significativo per il comune torinese, che potrebbe ritrovarsi a dover restituire somme considerevoli a coloro che sono stati multati ingiustamente. Il rischio di un crollo delle entrate derivanti da queste sanzioni è palpabile, e i comuni si trovano ora di fronte alla necessità di rivedere le loro politiche di sicurezza stradale e di gestione delle infrazioni.
La questione dell’omologazione ha anche sollevato un dibattito più ampio sulla responsabilità delle autorità locali e sulla loro capacità di rispettare le leggi nazionali. La distinzione tra “approvazione” e “omologazione” è emersa come un tema cruciale, e il governo italiano ha cercato di rassicurare i comuni, affermando che esistono differenze minime tra i due processi. Tuttavia, per molti, questo non basta a giustificare l’uso di dispositivi potenzialmente illegittimi.
Inoltre, la situazione in corso a Torino e in altre città italiane ha portato a una crescente pressione su amministrazioni locali e autorità di polizia per rivedere e ristrutturare il sistema di monitoraggio della velocità. In un contesto in cui la tecnologia avanza rapidamente, è fondamentale che gli strumenti utilizzati per garantire la sicurezza stradale siano aggiornati e che le procedure di installazione e gestione siano trasparenti e conformi alle normative.
C’è anche un aspetto tecnologico da considerare: gli autovelox moderni sono dotati di tecnologie avanzate, come il riconoscimento automatico delle targhe e il monitoraggio continuo della velocità. Tuttavia, la loro efficacia è strettamente legata alla corretta omologazione e certificazione. Dispositivi non omologati rischiano non solo di emettere multe illegittime, ma anche di compromettere la sicurezza stradale, poiché possono essere mal calibrati o non funzionare come previsto.