La tua auto ti spia: sente e vede tutto ciò che dici e raccoglie dati. Non si tratta di paranoia o fantascienza, è una realtà appurata…
Con l’avvento delle auto connesse, la nostra esperienza di guida sta subendo una trasformazione radicale. Le automobili moderne non sono più semplici mezzi di trasporto; sono diventate dispositivi intelligenti in grado di raccogliere e analizzare enormi quantità di dati. Questo cambiamento comporta vantaggi significativi, ma solleva anche importanti questioni riguardanti la privacy e la sicurezza dei dati. In questo contesto, è fondamentale prestare attenzione a ciò che si dice all’interno della propria auto.
Le auto connesse, equipaggiate con sistemi di infotainment e assistenza alla guida, sono in grado di raccogliere informazioni su tutto, dai comportamenti di guida alle preferenze personali. Secondo l’European Data Protection Board (EDPB), queste vetture, simili ai dispositivi Internet of Things (IoT), possono diventare fonti di big data, generando preoccupazioni in merito alla privacy. Infatti, è stato stimato che già nel 2020, il 45% delle automobilicircolanti in Italia fosse connesso, rendendo evidente l’importanza di una regolamentazione adeguata.
La normativa europea sulla protezione dei dati, il General Data Protection Regulation (GDPR), richiede che ci sia un controllo rigoroso su quali dati possono essere raccolti, come vengono utilizzati e chi ha accesso a queste informazioni. Tuttavia, attualmente non esiste un’autorità specifica dedicata alla sorveglianza dei dati delle auto connesse, il che solleva interrogativi sulla sicurezza delle informazioni personali degli utenti.
I rischi della raccolta dati
Le auto connesse sono dotate di microfoni e telecamere che potrebbero potenzialmente registrare conversazioni e interazioni all’interno dell’abitacolo. Anche se i produttori di automobili affermano di utilizzare questi dispositivi esclusivamente per migliorare l’esperienza dell’utente, esistono rischi reali legati alla privacy. È fondamentale considerare che i dati raccolti potrebbero essere utilizzati non solo per fini commerciali, ma anche per scopi non etici, come la sorveglianza.
La possibilità che le conversazioni all’interno dell’auto vengano ascoltate o registrate è un argomento di crescente preoccupazione. Se da un lato i sistemi di assistenza vocale migliorano la comodità e l’usabilità, dall’altro possono rappresentare una vulnerabilità. In Australia ad esempio, un articolo di Torquenews ha rivelato che BYD può ascoltare tramite un software cosa si dice in auto. Stesso discorso con alcune vetture del brand Nissan, vendute anche nei paesi anglofoni.
Con l’evoluzione della tecnologia, le auto connesse stanno rapidamente diventando la norma. Secondo le stime, il mercato delle auto connesse in Italia valeva già 1,8 miliardi di euro nel 2020, con un crescente numero di consumatori disposti ad abbracciare queste innovazioni. Tuttavia, affinché questo progresso avvenga in modo sicuro e responsabile, è essenziale che venga stabilita una regolamentazione chiara e rigorosa in materia di privacy.